In realtà l'avevo pubblicato ieri, ma i problemi di Blogger hanno fatto sì che il post sparisse...
C’era una volta la vera FA Cup, c’erano una volta delle finali leggendarie. Per carità, di atti conclusivi della competizioni non all’altezza delle aspettative se ne sono registrati tanti, anche nel lontano passato. Però è un fatto che il più antico torneo della storia del calcio mondiale ha perso una dose importante del prestigio di cui ha potuto godere in era pre-calcio moderno e ante-Premier League.
Speriamo che Manchester City vs Stoke City ci smentisca, ma purtroppo negli ultimi anni le finali hanno sempre lasciato un po’ di amaro in bocca agli spettatori neutrali, che si attendevano più spettacolo e maggiori colpi di scena – l’unica eccezione è stato il rocambolesco 3-3 tra West Ham e Liverpool, poi vincitore ai rigori. Per i tifosi delle squadre che hanno poi finito per alzare il trofeo, è ovvio, la sensazione è stata ben differente.
Tanto per farci un’idea di che cosa voleva dire lo scontro decisivo per aggiudicarsi la Coppa, quando il Paese rimaneva incollato al televisore per gustarsi il ricco pre-partita, il match e la premiazione prendiamo in esame cinque finali che hanno fatto letteralmente la storia, per tutta una serie di motivazioni.
La più bella di tutte è stata molto probabilmente quella del 1953, disputata tra Blackpool e Bolton Wanderers. È stata ribattezzata la Matthews Final, perché il fenomenale Stanley Matthews in quell’occasione si aggiudicò l’unico trofeo della sua lunghissima carriera. Eppure a 25 minuti dalla fine i Trotters, forti di campioni come Nat Lofthouse (scomparso da pochi mesi) e Bobby Langton, sembravano in pieno controllo delle operazioni, grazie a un cospicuo vantaggio (3-1). Ci pensò l’altro Stan, Mortensen, a raddrizzare la situazione completando la prima – e fin qui unica – tripletta della storia delle finali. Il gol del 4-3 in pieno recupero lo segnò il meno celebre Bill Perry, su cross perfetto, nemmeno a dirlo, di Matthews.
Altra rimonta da urlo quella del 1966, l’annus mirabilis del calcio inglese, visto che in quell’estate arrivò l’unica Coppa del Mondo mai conquistata dai sudditi della Regina. Al cospetto di John Lennon e Paul McCartney, l’Everton passò dallo 0-2 al 3-2 contro lo Sheffield Wednesday, anche questo per ora caso unico nel suo genere per quel che riguarda gli atti conclusivi della FA Cup. Il gol della vittoria dei Toffees fu favorito da un clamoroso errore del difensore bianco blu Gerry Young. I tifosi degli Owls più attempati ricordano ancora con terrore quell’episodio, mentre nei filmati commemorativi della Coppa appare spesso l’immagine di Eddie Kavanagh, fan dell’Everton che invase “in solitaria” il sacro terreno di Wembley credendo che il match fosse finito. Comiche le scene dell’inseguimento e del goffo placcaggio messo in atto nei suoi confronti dalla polizia!
L’inattesa affermazione del Sunderland ai danni del grande Leeds di Don Revie nel 1973, invece, fu la prima di una squadra di Second Division dal 1931 a quella parte (impresa poi riuscita solo al West Ham nel 1980). Il tecnico del club del nord-est dell’Inghilterra, Bob Stokoe, era uno dei tanti nemici dichiarati di Revie, il quale avrebbe tentato di corromperlo quando lui era alla guida del Bury. Pensate allora quanta deve essere stata la felicità di Stokoe al gol del vantaggio di Ian Porterfield e alla prodigiosa doppia parata del portiere Jim Montgomery su Trevor Cherry prima e Peter Lorimer poi nei minuti finali del secondo tempo. Un segnale, quest’ultimo, che il Leeds quel giorno non ce l’avrebbe fatta. A portare a casa la Coppa, infatti, fu il Sunderland.
Negli anni che anticiparono la nascita della Premier League, il Tottenham fu protagonista, con alterne fortune, di due finali epiche. Nel 1987 quasi nessuno pensava che il piccolo Coventry City potesse uscire vincitore, nonostante fosse un team di First Division da oltre 20 anni. Il centrocampo degli Sky Blues non si fece intimidire da Glenn Hoddle e Chris Waddle, e il piano tattico studiato dai due manager ad interim John Sillett e George Curtis mise in difficoltà il Tottenham. Il 3-2 definitivo giunse nei tempi supplementari nella forma di un autogol di Gary Mabbutt.
Agli Spurs andò decisamente meglio nel 1991, nonostante quel pazzerellone di Paul Gascoigne avesse pensato bene di rovinarsi una gamba dopo pochi minuti di gioco a causa di un folle intervento ai danni di Gary Charles. Gazza fu sostituito e rimase poi fuori parecchi mesi, dal susseguente calcio di punizione Psyco Pearce segnò l’1-0 per il Nottingham. Ma quella che sarebbe stata la prima FA Cup della carriera di Brian Clough si dissolse nel resto della sfida. A chiudere il cerchio per il Tottenham ci pensò Steve Hodge, che trafisse il proprio portiere e fissò il risultato sul 2-1. Poi i ragazzi allenati da Terry Venables, minuti di coppa, si diressero tutti in ospedale a festeggiare con il povero Gascoigne.
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