giovedì 7 ottobre 2010

Bebè, l'oggetto misterioso dello United

Finora ha giocato solo una manciata di minuti in Coppa di Lega con lo Scounthorpe e in Premier contro il Sunderland, senza peraltro impressionare un granché. A dirla tutta il ventenne attaccante portoghese Bebè non ha suscitato grande entusiasmo nemmeno nel campionato riserve, dove si esibisce con più costanza con indosso la maglia del Manchester United. Eppure i Red Devils lo hanno prelevato dal piccolo club lusitano del Vitoria Guimaraes per una cifra importante: poco più di otto milioni di euro. Il Vitoria lo aveva appena preso per una manciata di euro dalla compagine di terza divisione Estrela Amadora, ricavando da tutta l’operazione un bel gruzzolo di denari. Non è andata male nemmeno al nuovo agente di Bebè, Jorge Mendes. Lo stesso dell’ex allenatore del Portogallo – cacciato da poco per le figuracce rimediate nei primi match di qualificazione a Euro 2012 – Carlos Queiroz, a sua volta ex vice di Alex Ferguson al Manchester United e colui che pare abbia consigliato allo scozzese di mettere sotto contratto il giovane attaccante. L’unico a uscirne male da tutta questa storia è il vecchio agente ai tempi dell’Estrela, Gonçalo Reis, intenzionato a fare ricorso alla FIFA per presunti abusi da parte di Mendes.

Ad affare concluso, il tecnico scozzese dello United ha candidamente ammesso di non aver mai visto giocare Bebè. Né dal vivo, né quanto meno in televisione. Chissà, forse non sapeva nemmeno che il nostro, che in realtà si chiama Tiago Manuel Dias Correa, lo scorso anno allo European Street Football Festival tenutosi in Bosnia segnò ben 40 gol in sole sei partite. Purtroppo per lui lo sforzo non gli valse una convocazione per il Mondiale degli Homeless di Milano, in quanto le scelte per la selezione portoghese erano già state fatte. Già, la strada. Bebè ha imparato a giocare a calcio proprio nei vicoli della periferia di Lisbona, nel quartiere di Loures, dove era ospite di un orfanotrofio. La sua infanzia, infatti, non è stata per nulla semplice. I genitori, originari di Capo Verde, erano così poveri da non poterlo mantenere e si videro costretti ad affidarlo alle cure dello Stato.

I ben informati lo dipingono come una sorta di erede di Cristiano Ronaldo – un altro che arrivò al Manchester United un po’ a sorpresa. Destro ben “educato”, buon colpitore di testa, dotato di una velocità ragguardevole e in grado di giocare come esterno offensivo, prima e seconda punta, questo in estrema sintesi il tabellino degli osservatori che lo hanno ammirato sciorinare una serie di prestazioni convincenti nelle amichevoli stagionali disputate dal Vitoria. Certo, gli avversari rispondevano al nome di Bragança e Groningen, non esattamente la crema del football europeo ma tant’è, nei suoi confronti si era vociferato anche di un possibile interessamento del Real Madrid (in passato allenato, con pessimi risultati, dal solito Queiroz). Ora, per contraddire l’impressione che il suo sia il classico esempio di affare “spinto” molto bene da un agente abile e un po’ maneggione, servirebbe che la favola di Bebè avesse un lieto fine. Ovvero che il ragazzo portoghese iniziasse a segnare gol a raffica, casomai sostituendo nei cuori dei tifosi del Manchester United quel Wayne Rooney al momento alle prese con infortuni e piccanti vicende extra-coniugali. Ma tra le favole e la realtà, la strada, è proprio il caso di dirlo, è fin troppo lunga.

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