venerdì 12 settembre 2008

L'oro della Premier non è uguale per tutti...

Pubblicato oggi su Goal.com

“L’abbiamo dovuto vendere per un pacchetto di patatine”. Così si è espresso in estate il presidente del Crystal Palace Simon Jordan in merito alla cifra che il Tottenham ha dovuto versare nelle casse delle Eagles di Selhurst Park per assicurarsi i servigi del giovanissimo centrocampista offensivo John Bostock – seguito da mesi anche da Arsenal e Barcellona. Non essendo riuscito a trovare un accordo con gli Spurs, Jordan si era rivolto al “tribunale” della Football League per ottenere un arbitrato sulla questione. Risultato: invece dei due milioni di sterline, più eventuale altro mezzo milione in bonus vari, richiesti dal buon Simon, il Tottenham se l’è cavata con la “miseria” di 700mila sterline. Troppo poco. Un grandissimo prospetto come Bostock, uno che ha esordito in prima squadra a fine ottobre 2007 quando era solo quindicenne, stabilendo il nuovo record della compagine di Londra sud, vale molto di più. Soprattutto se consideriamo i prezzi di mercato della Premier, campionato che nella campagna acquisti appena conclusa si calcola abbia movimentato la bellezza di 500 milioni di sterline, 30 in più dell’estate precedente.

Tutti sanno delle varie cifre folli spese per Robinho o Berbatov, ma il termine di paragone per comprendere quanto siano inflazionati i prezzi dei giocatori della Premier lo possono fare gente come Marouane Fellaini, centrocampista belga di belle speranze che l’Everton ha pagato 15 milioni di sterline – quasi 20 milioni di euro – o la stellina gallese Aaron Ramsey, uno più o meno del valore di Bostock, che all’Arsenal è costato 5 milioni. Allora come non dare ragione al povero Jordan, che forse avrà pure esagerato con la battuta sul pacchetto di patatine, ma ha sicuramente lanciato un giusto grido di allarme.

Quello di Bostock, infatti, è un precedente molto scomodo. Se su una giovane promessa un organismo arbitrale della Football League appiccica un cartellino con un prezzo troppo basso, nettamente fuori mercato, quale sarà il destino delle piccole che investono sul vivaio per tirare avanti la carretta? Continueranno a puntare forte sui giovani, cosa che alcune grandi con capitali immensi alle spalle – leggi Manchester City e in parte Chelsea – pare non interessare più, oppure rivedranno i loro piani? Alle big potrebbe bastare trovare un accordo con il giovane di turno – come puntualmente accaduto nel caso Bostock – e poi affidarsi alle solite schermaglie legali per risparmiare sul cartellino. Così il divario economico tra i top team e il resto del panorama inglese si amplierebbe, il tutto a danno del movimento nel suo complesso.

Intanto all’ex promessa delle Eagles londinesi e al suo agente – il patrigno – è stato negato a tempo indeterminato l’accesso al Selhurst Park...

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