Oggi alle 18 presentazione di London Calling al negozio di moda casual The Dressers, via Alba 46/48 a Roma.
Al proposito riprendo qui di seguito un pezzo scritto da Roberto D'Amico per il sito di Paese Sera.
Spopola sempre più in Italia e a Roma l'amore per il calcio inglese, per la sua storia, per la sua filosofia e per le sue firm. Un esempio da seguire o un modello troppo lontano? In attesa di capire quale strada prenderà il nostro calcio, Luca Manes e Max Troiani hanno deciso di raccontarci passo dopo passo un secolo e mezzo di football anglosassone attraverso le gesta della squadra più amata di Londra: l'Arsenal.
"London Calling", questo il titolo del libro (edito da BradipoLibri) che non cerca di mascherare il chiaro riferimento alla canzone simbolo della capitale inglese scritta dai The Clash nel 1979, verrà presentato oggi alle 18.00 a Roma nei locali di Dressers, in Via Alba 46/48.
L'ANTEPRIMA - Il libro, che vanta la prefazione di Massimo Marianella, il telecronista della Premier League di Sky Sport, è stato presentato in anteprima pochi mesi fa, sempre a Roma, nella suggestiva e simbolica sede della Fondazione Gabriele Sandri. Era il 3 dicembre 2011 e il piccolo locale di Piazza della Libertà ospitava una mostra sul calcio inglese, "Made in England", a cura di Riccardo Morgigno e Francesco Del Vecchio.
ALTRI LIBRI - Per i due autori non è l'esordio assoluto nel genere calcistico-britannico. Possono infatti vantare altre tre opere, "Celtic forever- you'll never walk alone", "Made in England- luci e ombre del football dei maestri" e "Manchester United - la leggenda dei busby babes", che saranno presenti oggi da Dressers per far compagnia all'ultimo arrivato London Calling.
giovedì 28 giugno 2012
lunedì 25 giugno 2012
Game over
L'Inghilterra se ne torna a casa e, a giudicare da quanto espresso in campo ieri sera, non poteva essere altrimenti. L'ho già scritto nei giorni passati, questa squadra ha fatto già tanto a raggiungere i quarti di finale di una competizione comunque difficile e nata sotto una cattiva stella.
E' vero, Rooney e compagni ieri sera potevano dare di più o quanto meno imbrigliare meglio il gioco degli avversari, ma tant'è. Le potenzialità per crescere in futuro ci sono, c'è solo da sperare che l'ennesima Golden Generation non si bruci sul più bello...
E' vero, Rooney e compagni ieri sera potevano dare di più o quanto meno imbrigliare meglio il gioco degli avversari, ma tant'è. Le potenzialità per crescere in futuro ci sono, c'è solo da sperare che l'ennesima Golden Generation non si bruci sul più bello...
venerdì 22 giugno 2012
Intervista sull'Old Firm
Fatta ieri in diretta su Radio Popolare, nell'ambito della trasmissione Jalla Jalla. Il link della registrazione è qui.
giovedì 21 giugno 2012
Powell, la stella del futuro?
In Inghilterra c’è già chi lo paragona a Cristiano Ronaldo ed è pronto a scommettere su un suo futuro molto radioso all’Old Trafford. Di sicuro il diciottenne Nick Powell è costato una bella cifretta (tre milioni di sterline, che potrebbero salire a sei qualora dovesse “sfondare”) per uno che ha pochissima esperienza tra i professionisti e finora ha giocato solo in League Two (la quarta serie del calcio inglese). Certo, nella finale di play offs disputatasi a Wembley ha segnato una rete da favola, regalando al Crewe Alexandra la promozione alla categoria superiore.
Sarà stato quel goal (il quattordicesimo stagionale), sarà che da sempre il Crewe sforna talenti di una certa importanza, di sicuro Alex Ferguson si è “innamorato” del ragazzino. L’accostamento con Ronaldo è proprio del grande manager Dario Gradi, attuale direttore tecnico ed ex allenatore dei Railwaymen per circa 30 anni. In realtà Gradi non ha parlato tanto delle caratteristiche in comune dei due giocatori – Powell è un centrocampista offensivo che può fare anche l’attaccante – quanto della possibilità del ragazzino originario di Crewe di avere subito un impatto positivo con la maglia dei Red Devils. Per la serie: non mettiamo troppa pressione sulle spalle del povero Nick…
Sarà stato quel goal (il quattordicesimo stagionale), sarà che da sempre il Crewe sforna talenti di una certa importanza, di sicuro Alex Ferguson si è “innamorato” del ragazzino. L’accostamento con Ronaldo è proprio del grande manager Dario Gradi, attuale direttore tecnico ed ex allenatore dei Railwaymen per circa 30 anni. In realtà Gradi non ha parlato tanto delle caratteristiche in comune dei due giocatori – Powell è un centrocampista offensivo che può fare anche l’attaccante – quanto della possibilità del ragazzino originario di Crewe di avere subito un impatto positivo con la maglia dei Red Devils. Per la serie: non mettiamo troppa pressione sulle spalle del povero Nick…
mercoledì 20 giugno 2012
Obiettivo raggiunto
Credo che non sia una cosa tanto campata in aria affermare che, comunque vada la partita con l'Italia, a Euro 2012 la nazionale inglese ha già fatto ampiamente il suo dovere. In tanti, a cominciare da Roy Hodgson, avrebbero firmato col sangue per un passaggio ai quarti di finale. Vincere il girone, battendo per giunta i padroni di casa dell'Ucraina, è senza dubbio un grande risultato.
Certo, è innegabile che la squadra non produce un gioco spettacolare e a tratti la difesa soffre in maniera imbarazzante. Ieri sera sentivo l'ottimo Massimo Marianella criticare molto nettamente le prestazioni inglesi, evidenziando come Hodgson sia un manager che ha sempre allenato squadre di profilo medio-basso (l'unica occasione con una big, il Liverpool, l'ha fallita). Tutto vero, ma ci siamo scordati come è andata in passato? Con Fabio Capello in panchina ai mondiali del 2010 i Tre Leoni hanno pareggiato con Usa e Algeria, non proprio la massima espressione del calcio mondiale. Diamo tempo a Mister Roy, i giovani ci sono - sperando torni presto anche Jack Wilshire - e l'entusiasmo sta tornando. E poi l'Europeo non è ancora finito...
Certo, è innegabile che la squadra non produce un gioco spettacolare e a tratti la difesa soffre in maniera imbarazzante. Ieri sera sentivo l'ottimo Massimo Marianella criticare molto nettamente le prestazioni inglesi, evidenziando come Hodgson sia un manager che ha sempre allenato squadre di profilo medio-basso (l'unica occasione con una big, il Liverpool, l'ha fallita). Tutto vero, ma ci siamo scordati come è andata in passato? Con Fabio Capello in panchina ai mondiali del 2010 i Tre Leoni hanno pareggiato con Usa e Algeria, non proprio la massima espressione del calcio mondiale. Diamo tempo a Mister Roy, i giovani ci sono - sperando torni presto anche Jack Wilshire - e l'entusiasmo sta tornando. E poi l'Europeo non è ancora finito...
lunedì 18 giugno 2012
England vs Scotland
In occasione delle celebrazioni per il 150esimo anniversario della Football Association, il 14 agosto 2013 a Wembley si giocherà niente meno che Inghilterra v Scozia. Un appuntamento assolutamente da non mancare, visto che la sfida tra i "Vecchi Nemici" non si disputa dal 1999 (play offs per Euro 2000, al vecchio Wembley vinse la Scozia 1-0 ma grazie al 2-0 dell'andata si qualificò l'Inghilterra).
Io sto già pensando di convincere la mia famiglia a trascorrere le vacenze estive dell'anno prossimo in quel di Londra. Tentar non nuoce...
Io sto già pensando di convincere la mia famiglia a trascorrere le vacenze estive dell'anno prossimo in quel di Londra. Tentar non nuoce...
venerdì 15 giugno 2012
Con Carroll si può
Sono tanti anni, sicuramente troppi, che non vedevo una partita così convincente dell'Inghilterra nella fase finale di una competizione internazionale. Merito, per una bella fetta, anche di Andy Carroll, del centravanti vecchio stile che fa salire tanto la squadra e di testa non ne manca una (e che segna pure, il che non guasta mai).
Certo, se poi Danny Welbeck si inventa il goal dell'anno siamo all'idillio. Al di là delle amnesie difensive e del valore non proprio eccelso della nazionale svedese (che pure ha dato tutto, Ibra escluso), colpisce in positivo la buona personalità della squadra e soprattutto dei suoi giovani. I Tre Leoni non si sono smarriti dopo la rimonta scandinava e anzi hanno saputo reagire in maniera eccellente.
E' stata la prima volta dal 4-2 alla Croazia durante l'Europeo del 2004 che gli inglesi sono riusciti a segnare più di tre reti in una partita di un grande torneo. In realtà ora per vincere il girone servirebbero altri goal anche contro l'Ucraina. Ma forse basta non perdere per passare il girone. Vista la vigilia così travagliata di Euro 2012 sarebbe già un ottimo risultato.
Certo, se poi Danny Welbeck si inventa il goal dell'anno siamo all'idillio. Al di là delle amnesie difensive e del valore non proprio eccelso della nazionale svedese (che pure ha dato tutto, Ibra escluso), colpisce in positivo la buona personalità della squadra e soprattutto dei suoi giovani. I Tre Leoni non si sono smarriti dopo la rimonta scandinava e anzi hanno saputo reagire in maniera eccellente.
E' stata la prima volta dal 4-2 alla Croazia durante l'Europeo del 2004 che gli inglesi sono riusciti a segnare più di tre reti in una partita di un grande torneo. In realtà ora per vincere il girone servirebbero altri goal anche contro l'Ucraina. Ma forse basta non perdere per passare il girone. Vista la vigilia così travagliata di Euro 2012 sarebbe già un ottimo risultato.
giovedì 14 giugno 2012
Money
Dal 2013 al 2016 i club della Premier League incasseranno l’astronomica cifra di tre miliardi di sterline (circa 3,7 miliardi di euro) dalla cessione dei diritti televisivi sul territorio nazionale. Sky farà come al solito la parte del leone – trasmetterà 116 match l’anno – mentre la novità assoluta British Telecom – che sostituirà la ESPN – manderà in onda 38 gare. Si passerà da 138 a 154 partite tra anticipi e posticipi (tutte le gare delle 15 del sabato pomeriggio non vanno mai in diretta TV), ma soprattutto ci sarà un incremento del 70 per cento rispetto all'ultimo contratto siglato dai vertici del massimo campionato inglese e gli amministratori delegati dei canali satellitari.
Il tutto in attesa della vendita dei diritti all'estero, che pure si prevede possa fruttare più denaro rispetto alla precedente, attestatasi a 1,4 miliardi di sterline. Si calcola che grazie ai soldi di Sky e BT ogni club guadagnerà circa 14 milioni in più l'anno. Alla faccia della crisi che ancora attanaglia il Regno Unito! Insomma, tutti felici e contenti per questo nuovo successo commerciale della Premier? Non proprio. È molto probabile che i “tifosi da poltrona” si ritroveranno un abbonamento mensile più salato, mentre il dubbio che i milioni di euro addizionali possano fare la felicità di agenti e giocatori, i cui stipendi sono in costante crescita, non è certo così campato in aria. Non a caso gli ultimi dati disponibili, relativi alla stagione 2010-11, ci raccontano di 12 club di Premier su 20 (il 60 per cento) in perdita.
Il tutto in attesa della vendita dei diritti all'estero, che pure si prevede possa fruttare più denaro rispetto alla precedente, attestatasi a 1,4 miliardi di sterline. Si calcola che grazie ai soldi di Sky e BT ogni club guadagnerà circa 14 milioni in più l'anno. Alla faccia della crisi che ancora attanaglia il Regno Unito! Insomma, tutti felici e contenti per questo nuovo successo commerciale della Premier? Non proprio. È molto probabile che i “tifosi da poltrona” si ritroveranno un abbonamento mensile più salato, mentre il dubbio che i milioni di euro addizionali possano fare la felicità di agenti e giocatori, i cui stipendi sono in costante crescita, non è certo così campato in aria. Non a caso gli ultimi dati disponibili, relativi alla stagione 2010-11, ci raccontano di 12 club di Premier su 20 (il 60 per cento) in perdita.
mercoledì 13 giugno 2012
Rangers, i problemi non finiscono mai
La nuova società “pretesa” dalle autorità fiscali britanniche per rilevare i Glasgow Rangers dovrà richiedere la riammissione alla Scottish Premier League ed è molto probabile che il club non potrà prendere parte alle competizioni europee per i prossimi tre anni. Queste le ultime notizie sui Gers, che non hanno certo fatto piacere al nuovo proprietario Charles Green e ai tifosi.
Ma tant'è, la vecchia struttura societaria era stata messa in liquidazione e non si poteva fare altrimenti se non procedere con una “Newco”. Adesso già si parla di possibili ricorsi da parte del Livingston, che nel 2009 fu retrocesso d'ufficio dalla Premier alla Terza Serie del calcio scozzese per irregolarità finanziarie. Non c'è pace all'Ibrox Park...
Ma tant'è, la vecchia struttura societaria era stata messa in liquidazione e non si poteva fare altrimenti se non procedere con una “Newco”. Adesso già si parla di possibili ricorsi da parte del Livingston, che nel 2009 fu retrocesso d'ufficio dalla Premier alla Terza Serie del calcio scozzese per irregolarità finanziarie. Non c'è pace all'Ibrox Park...
lunedì 11 giugno 2012
Inghilterra, tutto come previsto
Non mi aspettavo una nazionale inglese brillante e spettacolare (di sicuro ero in buona compagnia), e puntualmente non sono stato smentito. Che Hodgson puntasse sulla solidità difensiva e sulle cosiddette ripartenze era universalmente risaputo. Sofferenza, sacrificio e abnegazione, queste sono le parole d'ordine dei Tre Leoni, che tutto sommato erano pure riusciti a passare in vantaggio in una delle rare sortite offensive e potevano poi capitalizzare al meglio in contropiede la rete di Joleon Lescott.
Joe Hart ci ha messo del suo, ma onestamente il pareggio è giusto. Maluccio Danny Welbeck, Ashley Young e soprattutto Alex Oxlade-Chamberlein. E' vero, di imbeccate ne hanno ricevute con il contagocce, ma quei pochi palloni disponibili non li hanno sfruttati al meglio.
Il convento per il momento passa questo e tra infortuni e problemi vari il passaggio del turno rappresenterebbe già un grande risultato. Chiosa finale su John Terry, che avrà tutti i difetti del mondo - io penso non sia propriamente una bella persona - ma ha dimostrato che quando conta il suo utile apporto lo riesce sempre a fornire.
Joe Hart ci ha messo del suo, ma onestamente il pareggio è giusto. Maluccio Danny Welbeck, Ashley Young e soprattutto Alex Oxlade-Chamberlein. E' vero, di imbeccate ne hanno ricevute con il contagocce, ma quei pochi palloni disponibili non li hanno sfruttati al meglio.
Il convento per il momento passa questo e tra infortuni e problemi vari il passaggio del turno rappresenterebbe già un grande risultato. Chiosa finale su John Terry, che avrà tutti i difetti del mondo - io penso non sia propriamente una bella persona - ma ha dimostrato che quando conta il suo utile apporto lo riesce sempre a fornire.
venerdì 8 giugno 2012
Chelsea, niente stadio a Battersea Park
Ne avevo scritto anche qui come di una possibilità concreta, ovvero che vicino alla mitica Battersea Power Station potesse sorgere il nuovo stadio del Chelsea. Le ultime notizie, invece, riferiscono che non è andata a buona fine l'offerta di Roman Abramovich per l'acquisizione del terreno dove si trova il celeberrimo impianto immortalato sulla copertina del disco dei Pink Floyd Animals.
Adesso siamo in attesa della prossima mossa della dirigenza dei Blues.
Adesso siamo in attesa della prossima mossa della dirigenza dei Blues.
giovedì 7 giugno 2012
Il punto sul "fattaccio" a Cardiff
Quando nacque nel lontano 1899, il Cardiff City si chiamava Riverside e vestiva un’improbabile maglietta marrone e ocra, con pantaloncini e calzettoni neri. Dal 1908, anno del cambio di nome, il colore della compagine gallese è però sempre stato il blu, con qualche vezzosa venatura bianca e gialla qua e là negli anni.
Adesso la nuova proprietà malese ha deciso di spedire in soffitta oltre un secolo di storia del club, che attualmente milita nel campionato inglese di Championship (l’equivalente della nostra serie B), mutando simbolo e soprattutto colori sociali. Meglio il rosso, che in Estremo Oriente è sinonimo di felicità, buona sorte e vitalità. Almeno così la pensano il miliardario Vincent Tan e il suo socio Dato Chan, dal maggio del 2010 alla guida della società. Nello stemma i Bluebirds, da decenni il soprannome del team, finiscono in un angolino, sostituiti dal dragone del Galles, evidentemente più consono alla nuova immagine che si vuole dare del City – che non ha caso ha pure rischiato di chiamarsi Cardiff Dragons – e da un’enfatica scritta “Fire & Passion”. Un motto più consono a una nuova franchigia di qualche sport americano o a una squadra di Major League Soccer.
E i tifosi? Come hanno preso questo ennesimo strappo alla tradizione, questo menefreghismo assoluto nei riguardi dell’identità di una storica squadra di calcio? Male, ma un mesetto fa con la loro vibrante protesta (2mila firme in poche ore a una petizione online e piani di mobilitazione in grande stile) si erano illusi che il problema fosse rientrato. In settimana la sgradita sorpresa, con gli odiati “cambiamenti che avranno effetto immediato”.
Purtroppo che il Beautiful Game abbia venduto una bella fetta della sua anima – e le colpe ricadono sulle proprietà straniere ma anche su quelle autoctone – non è certo una novità, tanto che non ci stupiremmo se l’esempio del Cardiff fosse seguito anche da altri club.
A dirla tutta senza gli imprenditori malesi i Bluebirds avrebbero rischiato seriamente di sparire. I debiti accumulati dalla precedente gestione – quella dell’inglesissimo Peter Risdale – superavano i 40 milioni di euro e mister Tan aveva subito allargato i cordoni della borsa per tamponare la falla. Certo, il Cardiff continua a devolvere l’88 per cento dei suoi introiti in stipendi, classico caso di squadra di seconda serie che vive al di sopra dei suoi mezzi, ma con la “rivoluzione culturale” in atto si potrebbero raccogliere più fondi grazie al merchandising. Forse non a Cardiff, ma in Malesia di sicuro. Poi si racconta che Tan avrebbe guadagnato qualche centinaio di milioni di dollari dalla quotazione in borsa di Facebook, di cui possedeva un bel pacchetto di azioni. Se la singolare “operazione dragone rosso” dovesse andare male, come francamente ci auguriamo, qualche risparmio da investire per riprovare la scalata in Premier – obiettivo che il Cardiff fallisce ormai da troppi anni – dovrebbe pur rimanere, no?
Adesso la nuova proprietà malese ha deciso di spedire in soffitta oltre un secolo di storia del club, che attualmente milita nel campionato inglese di Championship (l’equivalente della nostra serie B), mutando simbolo e soprattutto colori sociali. Meglio il rosso, che in Estremo Oriente è sinonimo di felicità, buona sorte e vitalità. Almeno così la pensano il miliardario Vincent Tan e il suo socio Dato Chan, dal maggio del 2010 alla guida della società. Nello stemma i Bluebirds, da decenni il soprannome del team, finiscono in un angolino, sostituiti dal dragone del Galles, evidentemente più consono alla nuova immagine che si vuole dare del City – che non ha caso ha pure rischiato di chiamarsi Cardiff Dragons – e da un’enfatica scritta “Fire & Passion”. Un motto più consono a una nuova franchigia di qualche sport americano o a una squadra di Major League Soccer.
E i tifosi? Come hanno preso questo ennesimo strappo alla tradizione, questo menefreghismo assoluto nei riguardi dell’identità di una storica squadra di calcio? Male, ma un mesetto fa con la loro vibrante protesta (2mila firme in poche ore a una petizione online e piani di mobilitazione in grande stile) si erano illusi che il problema fosse rientrato. In settimana la sgradita sorpresa, con gli odiati “cambiamenti che avranno effetto immediato”.
Purtroppo che il Beautiful Game abbia venduto una bella fetta della sua anima – e le colpe ricadono sulle proprietà straniere ma anche su quelle autoctone – non è certo una novità, tanto che non ci stupiremmo se l’esempio del Cardiff fosse seguito anche da altri club.
A dirla tutta senza gli imprenditori malesi i Bluebirds avrebbero rischiato seriamente di sparire. I debiti accumulati dalla precedente gestione – quella dell’inglesissimo Peter Risdale – superavano i 40 milioni di euro e mister Tan aveva subito allargato i cordoni della borsa per tamponare la falla. Certo, il Cardiff continua a devolvere l’88 per cento dei suoi introiti in stipendi, classico caso di squadra di seconda serie che vive al di sopra dei suoi mezzi, ma con la “rivoluzione culturale” in atto si potrebbero raccogliere più fondi grazie al merchandising. Forse non a Cardiff, ma in Malesia di sicuro. Poi si racconta che Tan avrebbe guadagnato qualche centinaio di milioni di dollari dalla quotazione in borsa di Facebook, di cui possedeva un bel pacchetto di azioni. Se la singolare “operazione dragone rosso” dovesse andare male, come francamente ci auguriamo, qualche risparmio da investire per riprovare la scalata in Premier – obiettivo che il Cardiff fallisce ormai da troppi anni – dovrebbe pur rimanere, no?
mercoledì 6 giugno 2012
Cardiff in rosso
Sembrava la cosa fosse rientrata, invece oggi è stato comunicato ufficialmente che il simbolo e soprattutto i colori del Cardiff City muteranno per volere dei proprietari malesi. La prima maglia da blu diventerà rossa...Nei prossimi giorni ci scriverò un pezzo per la rubrica che ho su Slowfoot.eu. Per il momento sappiate che queste cose mi iniziano a dare tanto, ma tanto fastidio.
sabato 2 giugno 2012
Pensieri in libertà
I miei, ovviamente, sui nuovi allenatori di Liverpool e Aston Villa. Brendan Rodgers e Paul Lambert sono delle ottime scelte per due club che secondo me da un bel po' di anni avevano bisogno di una ventata di freschezza in panchina. Poi leggo che Gaston Ramirez, talentuoso centrocampista offensivo del Bologna, è valutato intorno ai 20 milioni di sterline. Certo, dal momento che interessa al Manchester City nessuno di deve stupire che costi così tanto...
Ultima annotazione su Frankie Lampard. Così sicuri che la sua assenza - con tutto il rispetto per un ottimo giocatore come il numero 8 del Chelsea - sia una tale dramma per le sorti dei Tre Leoni?
Ultima annotazione su Frankie Lampard. Così sicuri che la sua assenza - con tutto il rispetto per un ottimo giocatore come il numero 8 del Chelsea - sia una tale dramma per le sorti dei Tre Leoni?
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