Anno nuovo, regole nuove. La Premier League si appresta ad alzare il sipario sulla stagione 2010-11 con delle importanti novità a livello normativo. Il 1 settembre, data di chiusura del mercato estivo, le 20 squadre della massima divisione inglese hanno l’obbligo di presentare un elenco di massimo 25 giocatori, otto dei quali devono aver giocato almeno tre stagioni in Inghilterra o in Galles prima del compimento del ventunesimo anno d’età. La lista varrà fino al 1 gennaio, quando si potrà inserire un numero illimitato di under 21. Le modifiche al regolamento della Premier stanno già causando più di un mal di testa, soprattutto in quel di Manchester. Roberto Mancini ha un surplus di forza lavoro da far spavento – e se continuano ad arrivare giocatori il problema non potrà che acuirsi.
La cessione alla Lazio del terzino spagnolo Javier Garrido è un buon inizio, ma non basta. Roque Santa Cruz potrebbe partire con destinazione Marsiglia, mentre la situazione per alcuni nomi di alto profilo è ancora molto incerta. Robinho è formalmente tuttora sotto contratto con i Light Blues, Stephen Ireland – eletto miglior giocatore dei Citizens per la stagione 2008-09 – costa tanto, così come Micah Richards, Shaun Wright-Phillips e Vincent Kompany, tutti ormai fuori dal giro dei titolari fissi. Come se non bastasse il futuro di Emmanuel Adebayor è quanto mai nebuloso. Dal canto suo il Mancio ha già ammesso che uno del calibro di Craig Bellamy quasi sicuramente non rientrerà nei fatidici 25. Probabile che nei concitati ultimi giorni del mercato più di un membro dell’attuale squadra lascerà Eastlands, in particolar modo se il City farà qualche sconto ai possibili compratori.
Lo United, invece, ha un altro tipo di dilemma: se escludere o meno i lungodegenti Anderson, Owen Hargreaves e Michael Owen. Alex Ferguson è intenzionato a fare a meno dei primi due. L’anglo-canadese, assente dai campi da quasi due anni, ha avuto una preoccupante ricaduta e i suoi tempi di recupero sono molto incerti, il brasiliano dovrebbe tornare abile arruolato fra fine settembre e inizio ottobre. Troppo tardi, almeno per i gusti di Ferguson, già costretto ad attendere qualche settimana di troppo per rivedere all’opera Rio Ferdinand.
A proposito di difensori un po’ fragili, il povero Jonathan Woodgate è assente dall’impressionante 9-1 con cui il Tottenham demolì il Wigan lo scorso novembre. I suoi persistenti problemi fisici lo terranno fuori dalla rosa dei 25 da poter impiegare da qui a gennaio, ma Harry Redknapp ha il fondato timore che l’ex Leeds United e Real Madrid sia out per l’intera stagione. Dopo una parentesi negli Stati Uniti, Woodgate si sta facendo curare l’inguine ferito da uno specialista australiano. Purtroppo per il momento i progressi sono minimi.
Al di là delle non trascurabili difficoltà che stanno fronteggiando i manager della Premier, uno degli obiettivi dichiarati della nuova regola è incentivare l’impiego dei giovani, meglio se inglesi. Ma a ben vedere non è detto che la percentuale di giocatori non eleggibili per la nazionale (ben 62 su 100 nel 2009-10) sia destinata a diminuire in maniera sensibile. Molto calzante l’esempio dell’Arsenal, che di britannici in squadra ne ha pochini (Theo Walcott, Aaron Ramsey e poco altro), ma di under 21 che hanno disputato almeno tre campagne oltre Manica se ne ritrova a bizzeffe, visto che i talenti li va a scovare in giro per il mondo quando non sono ancora maggiorenni. Insomma, per rinverdire la scuola inglese ed evitare le brutte figure rimediate in Sud Africa c’è bisogno di ben altri correttivi, forse anche di misure ben più radicali. Ma vista la consolidata tendenza a “comprare straniero” di quasi tutti i club della Premier, abbiamo qualche dubbio che in proposito ci possano essere delle novità di rilievo nel prossimo futuro.
giovedì 29 luglio 2010
venerdì 23 luglio 2010
Replay a rischio
Una volta si giocava ad oltranza, anche sei volte, come accadde ad Alvechurch e Oxford nel 1971. Ora per decidere la vincente dei vari turni di Coppa d’Inghilterra (semifinale e finale esclusa) in casi di pareggio nel primo match si disputa una sola gara di ripetizione. Una delle soluzioni ventilate per rivitalizzare il calcio inglese e favorire così anche la nazionale è per l’appunto l’abolizione dei replay, in favore di una più salutare pausa invernale, ormai invocata da più parti. La prima vittima dell’attuale periodo non esaltante del calcio inglese potrebbe essere la sua competizione più antica, giunta sulla soglia dei 140 anni di vita. Un sacrificio necessario, anche alla luce dell’interesse in calo – come dimostrano le presenze allo stadio – per la mitica FA Cup. La Premier League sarebbe a favore di una Coppa più “snella”, ma non è tanto entusiasta del cosiddetto winter break – anche se già si prospettano lucrosi tour invernali in località dal clima mite. Immaginiamo che le compagini delle divisioni minori stiano per fare fronte comune contro la cancellazione dei replay, da cui spesso ricavano risorse preziose per la loro sopravvivenza. Di piccole in difficoltà ce ne sono un’infinità – ma anche le presunte grandi non scherzano, vedere il caso Portsmouth per credere – e ogni giorno si legge di debiti con il fisco o con i fornitori che non riescono ad essere assolti. L’ultimo dei club a rischiare seriamente di scomparire è il Southend United, appena retrocesso in League Two. Tre anni fa gli Shrimpers sbatterono fuori dalla Coppa di Lega niente meno che il Manchester United, poi laureatosi campione d’Europa nella magica notte di Mosca. C’è da scommettere che, come spesso accade in questi casi, la mobilitazione dei tifosi eviterà il peggio. Anche se i soldi di un’eventuale partita in più in Coppa d’Inghilterra farebbero certamente comodo.
lunedì 19 luglio 2010
Middlesbrough avamposto scozzese?
Quando si dice le stranezze del mercato. Gordon Strachan, scozzese purosangue reduce da quattro stagioni nella Scottish Premier League ricche di vittorie e polemiche alla guida del Celtic, sta portando un singolare mutamento alla squadra che guida dallo scorso fine ottobre, il Middlesbrough. Il team del Nord-Est dell’Inghilterra, infatti, sembra un ritrovo per reduci dal campionato scozzese. Già lo scorso gennaio erano arrivati gli ex Hoops Barry Robson, Willo Flood, Scott McDonald e Chris Killen (l’attaccante neozelandese titolare contro l’Italia nel recente Mondiale), oltre a Chris Miller dall’Aberdeen. Una campagna acquisti poi rivelatasi non troppo azzeccata, se è vero che il Boro, reduce da una cocente retrocessione dopo dieci anni giocati a buon livello in Premier, non era andato oltre l’undicesimo posto in Championship. Ma Strachan, uno dal carattere fumantino e dalla risposta sempre pronta, non sembra essersi fatto troppo impressionare da quell’insuccesso. Dal Celtic è quindi giunto il navigato difensore Steve McManus, ma soprattutto dai Rangers sono stati prelevati Steven Thomson e il capocannoniere della Scottish Premier League 2009-10 Krys Boyd (uno con una consolidata fama di essere una gran testa calda). Insomma, l’esodo continua e intanto cresce la curiosità di vedere se questa specie di all star del movimento calcistico della terra delle Highlands saprà veramente riportare il Middlesbrough nella massima serie.
venerdì 16 luglio 2010
Povero Hargreaves!
Se per lo United i sogni – più o meno realizzabili – si chiamano Ibrahimovic e Balotelli, l’incubo – fin troppo concreto – è la condizione fisica di Owen Hargreaves. L’anglo-canadese è da ormai due anni il cruccio più grande per Alex Ferguson, che lo ha potuto impiegare per pochissimi minuti solo nelle ultime battute dello scorso campionato. Il ventinovenne centrocampista sembrava essersi messo alle spalle lunghi mesi di riabilitazione e sacrifici, dopo il doppio infortunio a entrambe le gambe patito nel 2008. E invece il povero Owen salterà tutta la prima parte della campagna 2010-11 a causa di nuove complicazioni. Lo stesso Ferguson ha ammesso che non è stata fissata ancora alcuna data per il rientro. Prelevato per 19 milioni di sterline tre anni fa dal Bayern Monaco, con la maglia dello United Hargreaves finora ha disputato la miseria di 38 partite, non riuscendo nemmeno ad andare in Sudafrica per il mondiale. Proprio lui che era stato il migliore dei Tre Leoni nella Coppa del Mondo del 2006. Ora a tanti tornano alla memoria le parole del famoso chirurgo statunitense Richard Steadman, che quando operò l’anglo-canadese un paio di anni fa ebbe a dire che in 35 anni di carriera non aveva mai visti gambe di un giocatore così mal ridotte come le sue. Adesso Steadman rimetterà le mani sui fragili arti, provati da anni di dure battaglie a centrocampo. Non a caso Ferguson, ma anche Capello, considerano Hargreaves un ideale punto fermo della loro squadra. Nella magica stagione della doppietta Champions-Campionato, il tecnico scozzese lo ha addirittura impiegato in alcune occasioni come terzino destro. I pensieri di un possibile ritiro dall’attività lo hanno iniziato a sfiorare, come ha ammesso lui stesso. Ma Hargreaves ha anche sottolineato come abbia ancora tanta voglia di provarci, prima di gettare definitivamente la spugna. Intanto all’Old Trafford sembra che per l’inizio della Premier tornerà a disposizione Michael Owen. Meglio di niente…
mercoledì 14 luglio 2010
Fever Pitch is back
Una monografia sul dirty Leeds, i Whites degli anni Settanta protagonisti di imprese calcistiche non sempre all'insegna del fair play, e il numero sei della rivista. Fever Pitch fa le cose in grande, per un'estate all'insegna della buona lettura e del calcio inglese. Sull'omonimo sito trovate tutte le info su come abbonarsi, sia nel formato elettronico che carteceo.
giovedì 8 luglio 2010
Un Liverpool più British?
La nomina di Roy Hodgson ad allenatore del Liverpool potrebbe garantire ai Reds un “ritorno alle origini”, ovvero a una squadra più ricca di britannici e con meno stranieri. Pare che Mister Roy abbia avuto un colloquio molto positivo con il capitano Steven Gerrard (secondo me lui rimane, Torres no) e già dato il suo ok per la cessione di Insua. Uno dei tanti misteri dell’ultima stagione di Rafa Benitez ad Anfield Road…
venerdì 2 luglio 2010
Dal WSC Weekly Howl, atto secondo
Una delle opinioni raccolte sul sito di When Saturday Comes
What can be done to revive English football? I feel that we need to return to the days when ours was a slum game played in slum stadiums by slum people. All this endless fretwanking and ten-minute solos in Emirates stadiums, for God's sake. We should get back to playing matches behind roped-off factory pitches where you can spit at the players directly in the eye."
What can be done to revive English football? I feel that we need to return to the days when ours was a slum game played in slum stadiums by slum people. All this endless fretwanking and ten-minute solos in Emirates stadiums, for God's sake. We should get back to playing matches behind roped-off factory pitches where you can spit at the players directly in the eye."
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