È quanto mai paradigmatico che una delle compagnie di punta della “Tigre Irlandese”, la tv satellitare Setanta, proprio in coincidenza con l’acuta crisi finanziaria globale in atto si sia trovata nell’impossibilità di poter onorare il suo contratto multimilionario con la Premier League. Appena un anno fa la Setanta era riuscita ad affiancarsi a Sky aggiudicandosi i diritti per trasmettere in diretta una consistente fetta di partite del massimo campionato inglese fino al 2013. Ora il network irlandese si ritrova senza le sue due punte di diamante – la Premier di Inghilterra e Scozia – e sull’orlo del fallimento, non essendo riuscito a portare i suoi abbonati intorno alla soglia dei due milioni (al momento siamo sul milione e 200mila unità).
Pessime notizie per i 20 top-club inglesi? Una pericolosa spia d’allarme che il giocattolo si potrebbe rompere? Non proprio, visto che i diritti lasciati vacanti sono andati subito all’asta e ad aggiudicarseli è stata nientemeno che la potentissima ESPN. Il colosso americano nel 2009-10, e fino al 2013, manderà in onda 46 match – per intenderci quelli del tardo sabato pomeriggio e i Monday Nights.
Insomma, il prodotto calcio inglese tira ancora, a dispetto di una serie di difficoltà contingenti. A dirla tutta la Setanta aveva nel suo pacchetto anche le gare della nazionale inglese e alcuni incontri di FA Cup, ma è assai improbabile che la Football Association non riesca a trovare un degno sostituto. Soprattutto qualcuno con le spalle ben coperte e un portafogli molto gonfio.
domenica 28 giugno 2009
giovedì 18 giugno 2009
Celtic Forever
Scusate se mi faccio un po' di pubblicità, questo a seguire è il sito del libro sul Celtic scritto insieme all'amico Max Troiani: http://www.celticforeverbook.blogspot.com/
Ringrazio coloro che ne stanno parlando sui loro blog e spero che le storia di fratello Walfrid, di Jock Stein e di tutti quelli che hanno dato lustro al club del Parkhead possa piacere ai lettori - speriamo tanti - che acquisteranno il libro.
Ringrazio coloro che ne stanno parlando sui loro blog e spero che le storia di fratello Walfrid, di Jock Stein e di tutti quelli che hanno dato lustro al club del Parkhead possa piacere ai lettori - speriamo tanti - che acquisteranno il libro.
mercoledì 17 giugno 2009
West Brom v Newcastle
Sembra tanto una partita di Premier, invece è il match d'esordio in Championship per le due nobili decadute. Almeno la Toon Army avrà un approccio un po' più soft alla divisione minore. Poi a settembre arriveranno le prime gare con compagini non esattamente di primo piano nel panorama calcistico inglese come Blackpool e Plymouth...
martedì 16 giugno 2009
Calendari
Domani saranno resi noti i calendari delle quattro divisioni professionistiche inglesi. Per l'organizzazione delle trasferte, però, tocca aspettare l'elenco di anticipi e posticipi concordato con le televisioni - a proposito, pare che la Setanta TV sia messa maluccio...
Nonostante ciò l'uscita delle fixtures è sempre un evento che attendo con una certa trepidazione.
Nonostante ciò l'uscita delle fixtures è sempre un evento che attendo con una certa trepidazione.
giovedì 11 giugno 2009
Difficile resistere...
...a un'offerta di oltre 90 milioni di euro, anche se per un giocatore forte, quanto poco simpatico, come Cristiano Ronaldo.
P.S. ora sono in attesa di una crociata contro il Real Madrid del presidente dell'UEFA...
P.S. ora sono in attesa di una crociata contro il Real Madrid del presidente dell'UEFA...
martedì 9 giugno 2009
Wembley isolato?
Lo sciopero della metropolitana londinese potrebbe creare enormi disagi ai 70mila spettatori attesi per il match tra Inghilterra e Andorra – a me fa sempre effetto pensare che per una partita così apparentemente scontata si presentino così tanti tifosi, ma in al di là della Manica è cosa assai scontata…
Si vocifera che, come soluzione estrema, per ragioni di ordine pubblico la partita si possa addirittura giocare a porte chiuse, anche se la FA sta cercando in tutti i modi di raggiungere una soluzione di compromesso con le autorità locali.
Si vocifera che, come soluzione estrema, per ragioni di ordine pubblico la partita si possa addirittura giocare a porte chiuse, anche se la FA sta cercando in tutti i modi di raggiungere una soluzione di compromesso con le autorità locali.
venerdì 5 giugno 2009
Damned United
Sono stati 44 giorni d’inferno, quelli di Brian Clough alla guida del Leeds United. Era il lontano 1974, ma sembra solo l’altro ieri, grazie all’acclamato libro Damned United di David Peace – astro nascente delle letteratura britannica -, da cui hanno tratto anche un film di buon successo al botteghino a Londra e dintorni. Clough, ahimè, non c’è più dal 2004, mentre il Leeds langue nella terza serie del calcio inglese, dove è stato eliminato nei play off dagli odiati nemici del Millwall. Trentacinque anni fa, però, il buon Brian era uno dei tecnici più ambiziosi e di successo del Regno mentre il team dello Yorkshire si era appena laureato campione d’Inghilterra per la seconda volta in cinque anni. Il problema era che oltre alle doti tecniche – che senza dubbio giocatori del calibro di Billy Bremner e Norman Hunter avevano in abbondante quantità – i Whites usavano fin troppo spesso scorrettezze e mezzucci più da squadra sudamericana che inglese. Colpa della gestione del manager precedente, quel Don Revie passato nel luglio del 1974 alla panchina della nazionale dei Tre Leoni? Abbastanza probabile.
O almeno così la pensava Clough che, reduce da un brillante periodo al Derby County, raccolse la sfida di sostituire il da lui mai troppo amato Revie provando subito a mettere in chiaro le proprie idee riguardo al suo predecessore. Peace ci narra di un primo faccia a faccia con i giocatori a dir poco esplosivo, in cui il tecnico accusava sostanzialmente i suoi nuovi dipendenti di aver vinto il campionato in maniera sporca. “Potete buttare le vostre medaglie nel secchio della spazzatura, perché le avete ottenute imbrogliando” è la frase che gli viene attribuita dagli storici del football. Lo spogliatoio, ovviamente, andò subito sul piede di guerra. Il conflitto, durissimo e senza quartiere crebbe in modo esponenziale, alimentato dai cattivi risultati del Leeds sul campo da gioco. Clough passò una sfilza di notti insonni a ingurgitare alcool – viziaccio che si portava dietro dai tempi di quando giocava centravanti di sfondamento a Sunderland – e fumare una sigaretta dopo l’altra. “Non c’era nulla di preordinato, non mettemmo in atto nessun piano per cacciare l’allenatore. Certo, non ci sentivamo a nostro agio, mentre con Revie eravamo tutelati e per questo davamo il 100 per cento”. Così ha dichiarato di recente al Guardian Peter Lorimer, fantasioso centrocampista scozzese e tra le punte di diamante di quella squadra bella e dannata. Sia come sia, il regno di Clough all’Elland Road terminò bruscamente dopo soli 44 giorni, con la compagine dello Yorkshire in piena zona retrocessione e i tifosi infuriati.
Roba da mandare in fumo una carriera. E invece Cloughie, come lo chiamavano gli amici, decise di rincominciare tutto dal Nottingham Forest, ovvero i rivali storici del Derby. Forse dopo l’esperienza al Leeds il passaggio al “nemico” delle East Midlands dovette sembrargli una cosa da niente. Come è andata a finire nella città di Robin Hood lo sanno forse tutti gli appassionati di calcio dai trentacinque anni in su: il Forest vinse un campionato da neopromossa e due Coppe dei Campioni consecutive. Possiamo solo immaginare il piacere che deve aver provato il nostro Brian ad alzare quel trofeo che nel 1974-75 i “dannati” avevano solo sfiorato, perdendo in modo molto controverso la finale con il Bayern Monaco di Gerd Muller e Franz Beckenbauer. Spirito libero, dotato di una innata vis polemica e di una sportività da vero britannico, Clough divenne nell’arco di pochi anni una vera icona non solo per i fan del Nottingham, che lo idolatravano, ma anche per tutto il movimento del football inglese. Dopo 18 anni al timone della squadra, nel 1993 si ritirò, anche a causa del suo fisico ormai compromesso dall’abuso di alcool, oltre che dalla delusione patita per la retrocessione del suo amato club.
Ora il testimone è passato al figliolo Nigel, prima attaccante di buone qualità al Forest e al Liverpool e ora, ironia della sorte, tecnico del Derby County. Chissà, forse tra qualche anno lo vedremo sulla panchina del Nottingham, dove proverà a ripetere le imprese del padre. Un compito veramente improbo.
Pubblicato oggi su Goal.com
O almeno così la pensava Clough che, reduce da un brillante periodo al Derby County, raccolse la sfida di sostituire il da lui mai troppo amato Revie provando subito a mettere in chiaro le proprie idee riguardo al suo predecessore. Peace ci narra di un primo faccia a faccia con i giocatori a dir poco esplosivo, in cui il tecnico accusava sostanzialmente i suoi nuovi dipendenti di aver vinto il campionato in maniera sporca. “Potete buttare le vostre medaglie nel secchio della spazzatura, perché le avete ottenute imbrogliando” è la frase che gli viene attribuita dagli storici del football. Lo spogliatoio, ovviamente, andò subito sul piede di guerra. Il conflitto, durissimo e senza quartiere crebbe in modo esponenziale, alimentato dai cattivi risultati del Leeds sul campo da gioco. Clough passò una sfilza di notti insonni a ingurgitare alcool – viziaccio che si portava dietro dai tempi di quando giocava centravanti di sfondamento a Sunderland – e fumare una sigaretta dopo l’altra. “Non c’era nulla di preordinato, non mettemmo in atto nessun piano per cacciare l’allenatore. Certo, non ci sentivamo a nostro agio, mentre con Revie eravamo tutelati e per questo davamo il 100 per cento”. Così ha dichiarato di recente al Guardian Peter Lorimer, fantasioso centrocampista scozzese e tra le punte di diamante di quella squadra bella e dannata. Sia come sia, il regno di Clough all’Elland Road terminò bruscamente dopo soli 44 giorni, con la compagine dello Yorkshire in piena zona retrocessione e i tifosi infuriati.
Roba da mandare in fumo una carriera. E invece Cloughie, come lo chiamavano gli amici, decise di rincominciare tutto dal Nottingham Forest, ovvero i rivali storici del Derby. Forse dopo l’esperienza al Leeds il passaggio al “nemico” delle East Midlands dovette sembrargli una cosa da niente. Come è andata a finire nella città di Robin Hood lo sanno forse tutti gli appassionati di calcio dai trentacinque anni in su: il Forest vinse un campionato da neopromossa e due Coppe dei Campioni consecutive. Possiamo solo immaginare il piacere che deve aver provato il nostro Brian ad alzare quel trofeo che nel 1974-75 i “dannati” avevano solo sfiorato, perdendo in modo molto controverso la finale con il Bayern Monaco di Gerd Muller e Franz Beckenbauer. Spirito libero, dotato di una innata vis polemica e di una sportività da vero britannico, Clough divenne nell’arco di pochi anni una vera icona non solo per i fan del Nottingham, che lo idolatravano, ma anche per tutto il movimento del football inglese. Dopo 18 anni al timone della squadra, nel 1993 si ritirò, anche a causa del suo fisico ormai compromesso dall’abuso di alcool, oltre che dalla delusione patita per la retrocessione del suo amato club.
Ora il testimone è passato al figliolo Nigel, prima attaccante di buone qualità al Forest e al Liverpool e ora, ironia della sorte, tecnico del Derby County. Chissà, forse tra qualche anno lo vedremo sulla panchina del Nottingham, dove proverà a ripetere le imprese del padre. Un compito veramente improbo.
Pubblicato oggi su Goal.com
giovedì 4 giugno 2009
Anche il Notts County avrà padroni stranieri
Famoso per essere la compagine professionistica più antica al mondo (è nato nel 1862) e per aver ispirato la maglia a strisce verticali bianconere di un club italiano piuttosto noto, il Notts County vive da anni un lento quanto inesorabile declino – qualche settimana fa ha concluso il campionato di League Two solo al diciannovesimo posto. Tuttavia è notizia delle ultime ore che un consorzio mediorientale, la Munto Finance Ltd, sta per investire una manciata di milioni di sterline per acquisire la proprietà del club. Alla testa del consorzio ci sono Peter Trembling, ex direttore commerciale dell’Everton, e Peter Willett, rappresentante dell’Al Thani Investment Group.
Chissà, continuando di questo passo i ricchi imprenditori stranieri proveranno a comprare anche qualche società che milita nelle categorie non-league…
Chissà, continuando di questo passo i ricchi imprenditori stranieri proveranno a comprare anche qualche società che milita nelle categorie non-league…
lunedì 1 giugno 2009
Si scrive Regno Unito, si legge Inghilterra
Alle Olimpiadi di Londra del 2012 nel calcio ci sarà una rappresentativa britannica, in realtà composta da soli atleti inglesi e non anche da scozzesi, gallesi e nordirlandesi. La FIFA ha appena dato il suo benestare al provvedimento, dettato dalla decisione delle altre federazioni britanniche di non coinvolgere propri tesserati per evitare "minacce alla proprie identità calcistiche". Sembra dunque chiudersi una questione ormai aperta da parecchi mesi. A dirla tutta il football alle Olimpiadi mi appassiona ben poco, però avrei preferito una soluzione più "ecumenica", come accadeva qualche decennio fa.
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