Cominciamo la nuova stagione con questo articolo pubblicato ieri su Goal.com.
Ad inizio stagione, è risaputo, spesso i grandi team non sono ancora al 100% delle loro potenzialità e rischiano di incappare in qualche figuraccia. Nel fine settimana appena passato, in Premier questa regola aurea del football è stata confermata da molte big, deficitarie sul piano del gioco, ma alla fine premiate dai risultati, come nel caso delle due capolista Chelsea e Liverpool.
L’unica big che ha fornito una prestazione di buon livello è il Manchester United, vittorioso al Fratton Park. Nella rivincita della recente Charity Shield, i campioni d’Europa hanno l’unica pecca di non chiudere la partita contro un Portsmouth a dir poco mediocre (poco serviti i peraltro spenti Crouch e Defoe). Ma alla fine basta il secondo gol consecutivo in campionato di Fletcher per archiviare una pratica che sulla carta si presentava ben più insidiosa.
Il Chelsea sembra avere vita fin troppo facile al JJB Stadium di Wigan. Pronti via e Deco insacca una punizione dal limite dell’area di rigore. Subito il pensiero che il gol dell’ex Barcellona possa essere il primo di una lunga serie sfiora la mente dei tifosi di entrambe le squadre, e invece accade quello che non ti aspetti: il Wigan domina (specialmente nel primo tempo) e il Chelsea gioca come una provinciale. Sembra di vedere la riedizione del primo incontro dei Latics in Premier (agosto 2005), quando tennero in scacco per tutta la partita la compagine allora allenata da Mourinho per poi vedersi trafiggere negli istanti finali da Crespo. Nonostante la verve di Palacio e Valencia e la prestazione sotto tono di Lampard, Ballack e Joe Cole, anche questa volta i tre punti hanno preso la direzione dello Stamford Bridge.
Anche il Liverpool vince senza entusiasmare. Per larghi tratti di partita ad Anfield a prevalere è la maggior freschezza del Middlesbrough, che a metà secondo tempo va addirittura in vantaggio con un bel gol di Mido, subentrato al posto di un evanescente Afonso Alves. Poi ci vogliono un pizzico di fortuna – vedi la sfortunata deviazione di Pogatetz sul tiraccio di Carragher – e tanta grinta – leggi alla voce Gerrard – per regalare i tre punti ai Reds. Nella prova non eccelsa della maggior parte dei giocatori di Benitez non spicca certo l’ex Udinese Dossena, appena discreto nella prima frazione di gioco, opaco – e poi sostituito – nella seconda.
Sorpresa a Craven Cottage, l’Arsenal cede l’intera posta in palio al Fulham. Bene i Cottagers, che dopo i tanti acquisti estivi sembrano già aver trovato gioco e concretezza che mancavano la scorsa stagione, capitalizzando alla grande una delle poche palle gol capitate nei 90 minuti. Rimandati i Gunners, che in Denilson non trovano un degno sostituto dell’assente Fabregas e non possono contare su prestazioni memorabili di Walcott – invero parecchio evanescente – e di Nasri. Sufficiente la prova di Adebayor, sfortunato a colpire il palo nel primo tempo del derby di sabato. Certo la sconfitta del team di Londra Nord lascia molto da pensare a Wenger e avvalora la tesi di tanti addetti ai lavori che vedrebbe l’Arsenal tagliata fuori dalla lotta per il titolo.
La quinta forza del campionato, con ambizioni nemmeno troppo nascoste di insediarsi in pianta stabile in zona Champions League: stiamo parlando del Tottenham, che invece sta già provando ad appiccirarsi addosso l’etichetta di “delusione dell’anno”. Dopo la brutta prestazione di Middlesbrough, arriva il tonfo interno contro il Sunderland – che belli i gol di Richardson e Cissé! In attesa di conoscere il destino di Berbatov e gli altri sviluppi di mercato (arriverà Arshavin?), gli Spurs hanno palesato le solite, croniche, amnesie difensive e qualche pausa di troppo a centrocampo – ma Modric promette bene.
Il resto della giornata ha riservato alcune piacevoli sorprese. Le neopromosse Hull e Stoke – date per spacciate già prima dell’inizio delle ostilità – hanno ben impressionato. I Tigers sono ancora imbattuti dopo la vittoria sul Fulham e il pareggio sul difficile campo del Blackburn, i Potters hanno vendicato la sconfitta all’esordio con un pirotecnico 3-2 al quotato Aston Villa. Chiusura su una giovane promessa e un vecchio leone che torna a ruggire: il primo è Daniel Sturridge, diciannovenne attaccante del Manchester City, che insieme a Elano fa arrossire il West Ham, il secondo è Michael Owen, bravo a insaccare di testa il gol della vittoria del Newcastle sul Bolton. Domenica primo big match – o supposto tale – della stagione: Chelsea-Tottenham, in attesa dell’ennesima rinascita degli Spurs o del primo mini-allungo degli uomini di Scolari.
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